La cura

La danza, Henri Matisse (1909)
La danza, Henri Matisse (1909)

La ragazza bionda dai capelli ricci

è seduta in prima fila

ad affrontare i suoi demoni interiori.

La ragazza parla, racconta, argomenta,

arrogantemente ribatte e si ribella,

mentre il suo viso pian piano si trasforma,

sempre più aspramente,

sotto i segni del dolore.

La voce si rompe – tremula

il tono si abbassa

la fiamma che la ustiona da dentro si spegne

e  la sua immagine falsa si spezza sotto i colpi dell’uomo

che le interpreta i sogni e che le offre la cura.

Il dolore della ragazza è dentro, nascosto in fondo in fondo,

fa molto male portarlo in superficie

affrontarlo a viso scoperto e condividerlo con gli altri,

ma lei ci prova, continua, insiste, spinta solo dalla volontà di guarire.

La cura è lì, in quel preciso momento, non si deve cercarla altrove.

E’  “solo” in quel rapporto sano

offerto con affettività da un dottore esperto

capace di mostrarti che certi segni di ferite

che hai sempre, sempre, creduto indelebili,

si possono cancellare

perché una trasformazione è possibile.

Perché si nasce sani.

Ci si ammala col tempo.

Con altro tempo si può guarire.

Volti, sempre più numerosi, si trasfigurano

sotto i colpi della sana consapevolezza e di un sentire interiore ritrovato

che si libera finalmente dalla pesante cappa della malattia.

La cura è lì, in quel momento di verità, se la vogliamo cogliere.

6 commenti

  1. Com’è difficile affrontare la cura quando, a volte, è più dolorosa della malattia stessa.

  2. @Antonio
    Hai ragione, ma anche se fa male, la cura almeno è onesta, la affronti sapendo che ti farà stare meglio, mentre il dolore della malattia è più subdolo, può sembrare poco intenso, e invece resta lì a strisciare sotto la tua vita quotidiana, minandola alle fondamenta. Meglio comunque la cura.

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