Un giorno, per caso

L’altra mattina ho rivisto una mia vecchia amica che non frequentavo da circa 15 anni. Ci eravamo incrociate quest’estate per caso in un supermercato promettendoci che ci saremmo riviste e scambiandoci i numeri di cellulari (cosa che già mi aveva fatto un certo effetto perché all’epoca non esistevano!). Così qualche giorno fa ci siamo risentite e ci siamo date appuntamento per un pranzetto a due.

All’inizio ho avvertito il classico imbarazzo che si prova quando si rivede una persona che non si frequenta più da tanto tempo; è come se non ci si sentisse più autorizzati a chiedere, raccontare, osservare. Poi, mentre parlavamo, mi sono resa conto che avevo di fronte la stessa persona di un tempo, non che non fosse cambiata, certo, – 15 anni di vita si sono ‘ammonticchiati’ sul suo carattere trasformandolo, così come è accaduto a me – , però in fondo era sempre lei, una persona con la quale potevo parlare di tante cose, divertente, intuitiva e attenta.

La conversazione si è fatta sempre più fluida, e l’iniziale timidezza si è trasformata in spontaneità, i ricordi di molti momenti condivisi si sono alternati ai racconti delle nuove, personali esperienze. Il momento della conquista dell’indipendeza dai genitori, la vita da soli in una casa tutta per sé, poi la convivenza e la difficoltà nei rapporti di coppia (quella sembra sempre essere una costante nella vita di tutti, a tutte le età!).
E’ stato bello, e tornata a casa, i tanti pensieri si sono susseguiti e ho cominciato a pensare a come ho vissuto tutta la mia adolescenza pensando che ogni periodo che stavo vivendo fosse l’unica realtà possibile, valida, immutabile, mentre riguradando le cose a distanza alcuni momenti sono durati un attimo, e sembravano infiniti.

Certo in un’epoca in cui tutti ritrovano tutti con l’infestante facebook il racconto di un incontro del genere non ha nessun senso, ma forse per me lo ha proprio perché è accaduto per caso, spontaneamente, senza dover essere fagocitati da un tritatutto di persone che vomita fotogallery incatenate… Ma come al solito, sarò strana io.

4 commenti

  1. Sono strana pure io e continuo a resistere agli inviti che mi arrivano, pensando che, nonostante tutti dicano DEVI venire su facebook/non sai cosa perdi, sto perdendo solo l’ennesima lista di ‘amici’ che, dopo l’entusiasmo iniziale, restano per la maggior parte solo una lista d nomi.

    Chissà, magari un giorno cederò anche io, ma per allora sarà passato di moda.

  2. Resistere, resistere, resistere: chi è che lo diceva? Che poi forse era riferito a qualcosa di più importante di Faccia-libro… Io però lo applico anche a questo, anzi, più che resistere, non mi interessa proprio, quindi non faccio nessuna fatica. Mica è come quando tutti leggevano Montalbano perché era un must e io ho aspettato 3 anni buoni prima di concedermi a lui… Il commissario mi ha conquistato totalmente, FB non mi avrà mai… 😉

  3. Eh, già capire a cosa resistere e a cosa no sarebbe un ottimo passo. Ci hai fatto caso che siamo bravissimi a resistere a ciò che ci fa bene e a farci venire dubbi quando dobbiamo resistere alla ‘stronzaggine’?

    Tipo: “poverino, in questo periodo ha problemi di lavoro è per questo che mi ha schiacciato con il suv che gli ha regalato il papà”…
    FacciaLibro, come dici tu, è poco interessante per me almeno per ora, ma ‘non mi avrà mai’ mi sembra troppo impegnativa!

  4. eh già, siamo sempre pronte a farci schiacciare dal primo che passa senza guardare dove mette i piedi (o dove mettere le parole, i sentimenti, gli atteggiamenti, ecc.). Ma ora basta eh!!

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