Il barbiere Sweeney Todd incanta con musica da brivido

Finalmente è arrivato il tanto atteso musical di Tim Burton Sweeney Todd e, soddisfacendo tutte le aspettative, si rivela grandioso da tutti i punti di vista. A cominciare dalla regia, perfetta in ogni momento e capace di mantenere un ritmo serrato e incalzante per tutta la durata del film. Già i titoli di testa, con uno stile dark perfettamente ‘timburtonesco’, proiettano subito lo spettatore nell’atmosfera sinistra e tragica della Londra dell’800 in cui si svolge la storia, come a dire “non aspettatevi una storia leggera: si verserà del sangue, molto sangue”. Il film è una rilettura dell’omonimo musical di Stephen Sondheim, da anni apprezzatissimo dal pubblico di Broadway. È la storia di un barbiere londinese, costretto alla prigionia per un reato non commesso, che torna dopo quindici anni nella sua città per vendicarsi di colui che gli ha strappato la sua vita, sua moglie, sua figlia. È una storia di vendetta, niente perdono, niente alternative buonistiche, è una storia politicamente scorretta e non si preoccupa di esserlo né tantomeno si preoccupa del giudizio della gente. In perfetto stile “Tim Burton”.
Ma il punto forte del musical è il cast, che non potremmo immaginare diverso. La coppia Johnny DeppHelena Bonham Carter sembra nata per stare insieme davanti alla macchina da presa, un duo capace di comunicare con il solo scambio di sguardi un mondo di pensieri e passioni intrisi di tragedia fino al midollo. E i loro duetti canori sono incredibilmente vividi e graffianti. Ma è tutta la colonna sonora che riesce con maestria a trasmettere le emozioni di ciò che viene raccontato per immagini, anzi la trama scorre fluida proprio grazie alle canzoni, che sigillano ognuna un momento clou del racconto, cristallizzandolo in un’immagine indelebile.
Se Depp e la Bonham Carter insieme fanno scintille, gli attori che interpretano i ruoli ‘secondari’ non sono da meno, a cominciare da un grandioso Alan Rickman nella parte del perfido Giudice Turpin, responsabile dell’ingiusta incarcerazione del barbiere, che ama di una passione insana la figlia di Todd di cui è divenuto tutore (il suo duetto con Depp quando il giudice si reca dal barbiere per la prima volta rasenta il sublime); e poi Timothy Spall, perfetto servitore del giudice, un individuo talmente viscido da perdere i tratti umani per acquistare sempre più quelli di uno scarafaggio, e infine l’eclettico Sacha Baron Cohen (Borat) che regala una spassosa interpretazione del barbiere italiano pomposo e impomatato che tenta di competere con Todd.
Ma il cuore pulsante del film è sempre lui, Johnny Depp. Come in ogni film di Tim Burton che si rispetti, l’ex Edward Mani di forbice, alias investigatore di Sleepy Hollow, qui si reincarna per l’ennesima volta nell’eroe maledetto che, stavolta, non dovrebbe trovare neanche un appiglio per essere amato dal pubblico, data la sua disumana crudeltà nel vendicare i torti subiti. E invece niente da fare, inevitabilmente l’attore conquista il favore degli spettatori, per un solo, validissimo motivo: è Johhny Depp! Lui, Johnny, si era detto molto preoccupato per questo ruolo, proprio perché non sapeva come rendere il suo personaggio simpatico al pubblico – oltre che per il fatto di doversi misurare con il canto. Ebbene vogliamo rassicurarlo, riesce perfettamente sia nell’uno che nell’altro intento.
Depp è talmente carismatico che riesce a rendere verosimile qualunque storia, anche quella di un assassino sanguinario e senza scrupoli, tanto affamato di sangue da far pensare a un vampiro. Mentre guardavo il film ho pensato più volte che non gli sarebbero stati male due denti canini aguzzi da ‘non morto’. Dopo avere interpretato praticamente tutti i generi di eroi, da quelli dolci, sognatori e romantici a quelli diabolici come questo barbiere truculento, quello che manca a Depp è proprio il ruolo del vampiro. Tornata a casa, mi sono messa a leggere l’intervista di Depp, pubblicata sull’ultimo numero di Vanity Fair, in cui l’attore parla di un progetto su una storia di vampiri. Ho esultato per la mia intuizione e soprattutto perché quell’intuizione prenderà presto forma. Depp porterà infatti sullo schermo il vampiro Barnabas, protagonista della serie TV degli anni ‘60 Dark Shadows. Grazie Johnny Depp, grazie Tim Burton, per regalarci sempre nuovi sogni e grandi emozioni.

3 commenti

  1. Innanzitutto, complimenti per questa bellissima recensione, se non avessi visto il film correrei al cinema e non è escluso che presto faccia il bis!

    Confermo tutto quello che hai scritto, dalla strepitosa regia a una colonna sonora che non riesco a smettere di ascoltare.

    Il film riesce a essere ‘romanticamente dark’ come solo le storie raccontate da Tim Burton sanno essere. Nonostante il sangue e la tragicità della storia, ci s’innamora del diabolico barbiere di Fleet Street.

    Johnny Depp ed Helena Bonham Carter sembrano due personaggi usciti direttamente dalla matita del regista che hanno preso vita sullo schermo.

    L’iconografia del film è memorabile, per fortuma premiata con l’Oscar a Dante Ferretti e Francesca Schiavo responsabili delle scenografie.

    Il cast è perfetto, all’altezza del personaggio centrale che Johnny Depp interpreta superando se stesso.

    Non solo è bello e bravo, eclettico come sempre, ma riesce a essere credidibile anche quando canta… e come canta!

    Non credo che sia il solito effetto che fa alle donne: è semplicemente meraviglioso, anche quando è un cattivo soggetto accecato dalla rabbia!

    Insomma, il film è un capolavoro e confermo la mia passione per quel genio di Tim Burton!

  2. Io te lo ripeto: questo film non è una noia mortale, è la ripetizione di una noia mortale.
    Suini Tod’s:scarpe costose in pelle di porco. E’ l’unica cosa divertente che mi viene in mente riguardo a questo travertino sulle palle. Avrei voluto dormire ma quello di fianco russava troppo forte.

    C.Gable

  3. E’ il giusto prezzo per essere Clark Gable… uomo del sud duro e senza fronzoli, con poca fantasia e principi solidi.

    Ad Ashley sarebbe piaciuto, ma non si può avere tutto dalla vita.

    Per fortuna tra Ashley e Clark c’è tutta una gamma di uomini con cui provare a dialogare!

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