Estetica del Superbello – cap. 1

Il concetto di superbello ha origine nella cultura fumettistica nonché carton-animatesca, là dove il linguaggio di una serie di personaggi, invasati e vagamente surreali, si esprime con una terminologia nuova, coniata ad hoc per un pubblico di bimbettini attenti, impazienti di scoprire i mondi della fantasia. Sebbene abbia avuto il pregio di far sentire tutto il pubblico di teledipendenti e di divoratori di fumetti come parte di un’unica grande tribù, tuttavia tale linguaggio ha avuto l’inconveniente di renderli tutti semi-deficienti.

Formato dall’unione dei due semplici vocaboli, “super” e “bello”, il superbello contiene un valore intrinseco ben superiore alle due paroline sopra citate, aprendo nella mente di chi la pronuncia, ma sopratutto di chi la ascolta, mondi immaginari e fantasici talmente favolosi da non poter essere descritti. Da qui la necessità di usare un termine inventato.

Primo esempio dell’uso del termine: Terence è superbello.

17 commenti

  1. Buonasera. Chi è Terence?
    Good evening. Who is Terenzio?
    Are we sure that he is superbeautiful?
    Is the car still on the bed?
    Is it raining frogs and blogs?
    Vuoi più bene a papà o a mamma?
    Cesko è matto?
    Ben ritrovata.

  2. beh non esageriamo: io la sto solo teorizzando. come vedi ha delle origini molto nobili… 😉

  3. @Claudio
    Buonasera e benvenuto.
    Capisco che voi maschietti potete non sapere chi è Terenzio, ma per le ex pupette degli anni ’70, che all’epoca avevano dai 10 anni o giù di lì, era un must dell’infanzia come simbolo del maschio bello. In pratica Terence è stato il primo “Bello e Dannato” della storia della Tv (una specie di Johnny Depp ante-litteram e a cartoni animati), che ti faceva perdere la testa, aprendoti gli occhi sulla tristezza dei bravi ragazzi – leggi Antony, il fidanzato ufficiale di Candy che era una lagna, e infatti per fortuna lo fanno morì subito.
    p.s. Cesko è matto sicuro, ma forse non è l’unico 😉

  4. E’ iniziato tutto così: con il delirio collettivo di noi pupette degli anni ’70 innamorate di Terence il “superbello”… ma quando pubblicherò il mio libro “Terence deve morire” forse sarà fatta giustizia: a Antony e soprattutto a tutte noi, ormai donne ma ancora irrimediabilmente affascinate dal trasgressivo (leggi “stronzo”) di turno! Comunque non preoccupatevi: sto bene, va tutto bene. Anzi sto benissimo! … baci

  5. @Kate
    Si si si si, si vede che stai benissimo, tranquilla, è tutto sotto controllo…
    Aspetto con ansia la pubblicazione del tuo libro, che credo avrà un successo straordinario, anche perché la “SdC” – Sindrome della Crocerossina” – ha rovinato una generazione intera di ragazze, oggi donne, che, almeno nelle tue pagine, troverà una rivincita!
    😉

  6. Noi vecchi signori born in the sixties la Sindrome Della Crocerossina la chiamiamo la Sindrome Di Florence Nightingale. Però mi piace da morire che anche tra di voi sia ancora in voga come modo di dire!

  7. @Claudio
    che voi fa’, Cla, sono cose che ci hanno segnate da piccole, come le fasce ai piedini delle bambine cinesi, quindi c’è rimasto il tarlo. Su Florence ho riso troppo 🙂

  8. Io sono la nemesi di quelle bambine, una specie di hobbit di un metro e sessanta con due piedi da quarantatré pianta larga. C’ho i Marten’s che potrebbero ospitare sia la famiglia di Giacomino che tutte le radici del fagiolo magico.

  9. Tu lo sai che le ragazze urlano ai quattro venti che il loro uomo ideale è alto, biondo e super-figo e poi alla fine stanno con quelli veri, magari un po’ gnappi, pelosetti e coi Marten’s che ospitano intere famigliole di fagiolari…. e poi anche gli hobbit hanno il loro fascino, e non starò qui ad adularti cantando le tue lodi.
    p.s. è giusto un mesetto che ho ritirato fuori i miei Doc M dei primi anni di univeristà. Non ci sono famigliole, ma ci piove dentro!

  10. E nemmeno le famigliole di micologica memoria.
    Buonanotte, Kor, ho rotto gli occhiali e per stasera ho patito abbastanza senza, me ne vad’a cuorc’.
    Baci a te e a quello.

  11. Nono, Claudio dei Norma no es super-bello, proprio no… a meno che non si voglia prenderlo in considerazione durante l’imitazione canora e mimica di Gino Vannelli: in quel caso è super-fico (o figo se siete del nord)

  12. “Claudio veste i panni di Gino Vannelli” va ovviamente annoverato come uno dei casi più rappresentativi di “super-fantastico”!!!

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