Defiance – I giorni del coraggio

Ieri è uscito nelle sale il film Defiance – I giorni del coraggio con Daniel Crieg per la regia di Edward Zwick.

Tratto dal romanzo di Nechama Tec, “Defiance: The Bielski Partisans”, è la vera storia di tre fratelli ebrei polacchi che, nella seconda guerra mondiale, durante l’invasione nazista dell’Europa Orientale, furono costretti a nascondersi nelle foreste e a viverci per vari anni per scampare allo sterminio.

In questa lotta all’oppressione nazista i fratelli diventano capi di un gruppo sempre più ampio di gente che li segue nelle foreste per non finire nei ghetti riservati agli ebrei o, fine ancor più inesorabile, nei campi di concentramento. Una storia molto simile a quella che abbiamo visto tante volte rappresentata della guerra dei nostri partigiani. Una lotta disperata per la libertà.

Ho avuto l’occasione di vedere il film in anteprima e sono rimasta colpita dall’acutezza e dall’accuratezza del racconto. Tutto è stato scelto con cura, da un cast di attori che oltre al James Bond d’ultima generazione Daniel Craig annovera professionisti come il bravo Liev Schreiber (The Manchurian Candidate), Jamie Bell (Billy Elliot, King Kong), Mark Feuerstein (In her Shoes), e molti altri che seppur meno noti sono perfetti per incarnare un popolo sofferente ai limiti della sopportazione umana, che deve riuscire a trovare un modo per tirare avanti, per sopravvivere, senza trasformarsi in bestie come i propri carnefici e senza sentirsi strappar via la dignità umana.

Il rischio di farne un drammone strappalacrime era forte (e infatti non ho potuto fare a meno di commuovermi), eppure tutto è misurato, tutto è necessario alla veridicità e alla funzionalità del racconto che, però, è drammatico in sé.

Anche la fotografia (Eduardo Serra), la scenografia, i costumi e la musica contribuiscono al risultato finale, sottolineando sapientemente le ambientazioni e i momenti più drammatici del racconto, senza mai correre il rischio di cadere nel pietismo più bieco.

Ammetto che ero un po’ prevenuta rispetto alla riuscita del film perché non amo molto i lavori di Zwick, sebbene i suoi film riscuotano sempre un discreto successo (Attacco al potere, Vento di passioni, L’ultimo samurai, Blood Diamond). Eppure i suoi non sono mai “i miei film”, quelli che mi colpiscono veramente, che mi segnano. Sono ben fatti, sì, ma mi lasciano abbastanza distaccata. Defiance è forse quello che mi ha colpito di più.

2 commenti

  1. secondo te posso andarlo a vedere con Ale? è un prodotto adatto a uno di quasi 9 anni? ieri l’abbiamo portato a vedere la mostra sulla primavera di Praga… ormai abbiamo introdotto il tema degli ebrei e per completezza…

  2. @Kate
    Il film non è particolarmente cruento, è il tema che è forte in sé, ma se glielo state proponendo in questo momento allora ci potrebbe stare pure questo film.
    E poi Ale non è esattamente il bambino di 9 anni classico, è molto più maturo. Ho dei dubbi invece se va bene per te, se sei come me piangerai a fontanella…

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