Una vita irrazionale

Qualcuno mi ha detto che non posso continuare ad affrontare e interpretare la vita attraverso la razionalità, che devo riuscire a entrare in contatto con la realtà esterna attraverso una chiave diversa, quella dell’irrazionalità. Come si fa? Come si fa ad abbandonare un modus vivendi che abbiamo adottato per 30 anni e con il quale pensavamo di poter risolvere tutto? E’ veramente tosta, dover abbattere un’impalcatura fatta di pensiero razionale per lasciarsi andare a qualcosa di ‘inconoscibile’. Sembra facile a parole, “lasciati trasportare, segui le emozioni” e uno pensa di farlo, ma in realtà non è così. Ci si fa ingabbiare sempre dallo stesso schema che, subdolamente, torna su come un rigurgito, essendo diventato un tutt’uno con la nostra vita, con il nostro corpo, con la nostra pelle.
E’ veramente tosta.
Piove. Piove anche oggi. Ho voglia di riascoltare un vecchio pezzo della mia personale colonna sonora melanconica, Bela Lugosi’s dead dei Bauhaus.

4 commenti

  1. Eccomi, finalmente ce l’ho fatta! Nick nuovo, blog nuovo (ma ancora un paio di giorni per visualizzarlo) e prima visita sul tuo nuovo blog 🙂

    Ho scelto questo post per il primo commento perché da un paio di mesi mi sento come Alice nel paese delle meraviglie, confusa, perplessa e spaesata. Il fatto è che mi sembra (ma concedimi ancora un pò di tempo per confermarlo) che ‘sto benedetto inconoscibile, queste emozioni alle quali lasciarsi andare somigliano molto a ciò che normalmente chiamiamo razionale e mi fanno sembrare ‘isteria’ quelle che prima mi sembravano emozioni.

    Provo a spiegarmi meglio. Mi capita ultimamente di percepire, anzi di ‘smascherare’ emozioni che tali non sono. Quelle degli altri, ma anche le mie. Tutto si riduce a cliché, sia che si tratti di amore che di amicizia, di gioia o di dolore. Sotto c’è un vuoto e ora lo vedo, lo sento e lo riconosco. E’ così e non ci si può ricamare nulla sopra, nessuna possibilità di redenzione. Resta un pò di malinconia per la delusione, ma nessun rimpianto per aver perso qualcosa d’importante.

    Mi sento spaesata perchè il primo pensiero che scatta è il timore di essersi impermeabilizzati per non soffrire, per paura di sentire. Ma poi ho scoperto che, molto spesso, c’è poco da sentire (tristezza…) e quindi passo oltre senza perdere più tempo. Pensavo di non poterci riuscire. Ogni giorno della mia vita qualcuno ha cercato, anche senza volerlo, di convincermi che non avevo speranza, che non esisteva alcuna prospettiva di felicità al di fuori dell’identificazione e io, finalmente, non ci credo più.

    Sono in attesa di una vera emozione per provare a raccontare com’è, per riuscire a sentire com’è. Nel frattempo, ho messo in stand by parte della mia vita, un pò per necessità, un pò per pigrizia, ma anche perchè spaesata come mi sento ho paura di non ritrovare DAVVERO più le chiavi di casa!

    Ecco. Questo è secondo me l’inconoscibile. Strano, ma bello…

  2. Mah, per adesso c’è ancora solo tanta confusione su quale sia “la via” per vivere la vita veramente e pienamente, anche se a volte ci sono momenti di realtà e di emozioni che mi fanno pensare “ah, allora è così che ci si sente”, nel bene e nel male.

    Ci sto pensando molto in questo periodo, e ho capito che probabilmente non si può essere presenti e ‘irrazionali’ al 100% in ogni momento, ma si devono accettare momenti di spaesamento. Forse la chiave sta nel non perdere tutto al primo momento di vacillamento, ma nel sapersi ritrovare, per continuare ad andare là dove si stava andando. Sempre se lo si sa. Io ho ancora vari dubbi, e vado avanti a piccoli passi, piccolissimi.

  3. Però almeno un po’ di pulizia l’ho fatta, per esempio trovando uno spazio tutto mio dove nessuno mi dice cosa fare o non fare, come scrivere e soprattutto dove nessuno mi farà pesare di aver letto più libri di me. 😉

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