Un giorno di ordinaria follia

E’ così, il profetico “Quèlo” di Corrado Guzzanti aveva proprio ragione: c’è grossa crisi, sempre più grossa. Non so, forse sono io che in questo periodo non riesco a ‘sorridere alla vita’, ma mi guardo intorno e mi sembra di vivere in una società di alienati, oltretutto pure pericolosi perché non ci stanno più con la testa.
Il traffico non è più un banale agglomerato di auto-motorini-carrimerci-autobus-suv-smart-e chi più ne ha più ne metta, ora sembra che tutti guidino come se fossero gli unici padroni della strada, non curandosi affatto se per arrivare in orario a un appuntamento stirano 4 vecchiette, 6 motorini e 10 boyscout che attraversavano sulle strisce… strisce? cosa sono? Per non parlare di quelli che quando piove a dirotto e Roma diventa una grande pozza d’acqua, come in questi giorni, ti sfrecciano accanto mentre tu stai cercando di guadare qualche strada e ti fanno la doccia di fanghiglia volando via all’orizzonte… stronzi. E’ come se tutti fossro soli, nessuno si accorge più di nessuno, a volte mi sembra di essere trasparente. Sarà forse l’estrema conseguenza di questa a-cultura del profitto egoistico che ci sta schiacciando?
Mi ricordo quel film, Un giorno di ordinaria follia, in cui Micheal Douglas a un certo punto, bloccato in mezzo al traffico da ore, piglia e sbrocca e da lì in avanti niente lo ferma più. Mi aveva tanto colpito, e uscita dal cinema mi ricordo che pensai, “va beh, ma lui era pazzo, è poco credibile la sua reazione, esagerata”. Ma era il lontano 1993… Ora non mi sembra più una prospettiva lontana dalla realtà, anzi, mi sembra che siamo molto vicini, o forse abbiamo già oltrepassato la soglia…

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