Un altro posto

E’ un tormento.

Sentirsi sempre transitori

stare ovunque con la smania

di dover scappare via, per andare in un posto che non sai quale sia.

In un posto tranquillo

dove la smania non ti può seguire, dove stare, finalmente, in pace.

Ma niente. Nessun posto è adeguato allo scopo

e continuo a cercare

la vera destinazione del mio vagare.

Non esiste quel luogo

il luogo dove, spero, di ritrovare mia madre.

E’ partita per non so dove, non ha lasciato un nome,

ma sono sicura, sicura, che ha in mente di tornare.

Nel frattempo, studio il modo per andarle incontro

per trovare quel posto

dove poterla riabbracciare.

Non esiste.

E’ un tormento.

4 commenti

  1. Giungere a destinazione senza sapere la destinazione qual è. E’ il tormento di tutti, o quasi. E’ sicuramente il tormento di chi cerca e non smette di vagare anche quando le gambe non gli reggono più e gli occhi si annebbiano per le troppe lacrime. Tu lo sai dove si trova quel posto tranquillo e, come me, da quello fuggi perchè non credi di meritarla la tranquillità. Lo sai che è in quel luogo che troverai tua madre e riabbracciarla sarà più facile di quel che pensi… devi avere solo pazienza e resistere. Lo stai facendo benissimo.

  2. Ricordo che dopo qualche giorno dalla perdita di mio padre, cominciai ad aver paura di perdere il ricordo della sua voce. Si, avevo le foto, ma di video pochi e soprattutto niente di recente. Era una strana sensazione giustamente mai provata prima. Quando pensavo a questa cosa, subito cercavo di trovare nella mia testa e nelle mie orecchie alcuni momenti, accenti o frasi particolari. Ci riuscivo e questo mi tranquillizzava. Poi altre volte mi rendevo conto che mio padre e io non parlavamo più insieme da molti anni. Pochi sguardi reciproci nello stesso momento, pochi sorrisi rumorosi e poche raccomandazioni affettuosamente amichevoli, a parte una che ancora ricordo. Al contrario, tante cose non dette e tanti abbracci perduti in chissà quale pippa mentale. Oggi la sua voce la ricordo sempre meno, ma ritrovo il suo volto e l’amore che provava per me, lo stesso che non gli permettevo di vivere facilmente, tutti i giorni dentro me. Tutti i giorni lo sento vicino, perché l’ho ritrovato dentro me.
    Grazie Koralyn. 🙂

  3. @Vicky
    Resistenza. E’ quel che cerco di fare ogni giorno, ma ora si è aggiunto un carico che non so come sopportare. Ci provo.
    Grazie per il sostegno e l’incoraggiamento che mi dai ogni giorno.

  4. @Klauaus
    La voce io la ricordo, quella di quando mi chiamava “chicchetta” o “chiccotti” e voleva che le andassi a dare un bacio. Ricordo la sua voce con la quale mi ha insegnato ad amare la lettura, quando insieme leggevamo cose che tutti i miei compagni di scuola consideravano pallosissime, come “I promessi sposi”, e che invece io adoravo perché lei sapeva leggerli in modo tale che ne veniva fuori il senso. Ora la sua voce mi sembra sia passata dentro di me, è diventata cosa mia. Come te ho paura di dimenticare tante altre cose, e soprattutto mi fa soffrire l’idea che tutto quello che viene ora non potrò condividerlo con lei. Anche se in quel modo aspro e spigoloso nel quale si era trasformato il nostro rapporto, so che il rapporto c’era sempre lo stesso, e tutte e due sapevamo dell’amore dell’altra. Ora mantenerlo dipende solo da me, e non so se ne sarò capace. Ma vedere te che sei riuscito a non perderlo, a ritrovarlo, mi fa sperare di poterlo fare anch’io. Ti voglio bene.

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